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L’abbigliamento da moto venduto in Europa dovrà sottostare ad uno standard per la protezione
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Che poi non sarebbe altro che esplicitare un qualcosa di già vigente.
Già oggi in teoria tutti i capi venduti dovrebbero essere certificati poiché venduti implicitamente come protettivi (e quindi essi debbono rispondere ai requisiti dei DPI, previsti dalla legge), altrimenti si incappa nella tutela consumeristica o addirittura civilistica (aliud pro alio).
Il problema è che attualmente per far valere questi diritti bisognerebbe fare causa (e veramente pochi la hanno fatto, ottenendo di solito un risarcimento in sede stragiudiziale, offerto da qualche azienda forse per non creare "scandalo"). Magari con la nuova norma la situazione migliora, a patto però che le nuove norme tecniche armonizzate siano serie, e non quelle cose che purtroppo forse saranno, di cui al mio ultimo articolo.
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