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Nuovo standard di certificazione per gli stivali da moto (En 13634:2010)
Il 6 Novembre 2010 il Comitato Europeo di Normazione ha approvato la nuova versione della EN 13634, la norma utilizzata nella certificazione delle calzature per motociclisti. La norma è destinata anche ai "fuoristradisti".
La norma precedente era datata 2002. Purtroppo, anche a distanza di 8 anni e nonostante il cambio di vento sul mercato, si sono ostinati a mantenerla "professionale", ovvero indirizzata a chi usa la moto per lavoro (poliziotti, militari, postini...). [N.d.R.: 28.4.11: la norma si rivolge a tutti i motociclisti, diventando così obbligatoria al 100% se si dichiara una calzatura come da moto, l'informazione riguardante il titolo dipende da una errata traduzione dell'ente estone per la standardizzazione] In ogni caso, negli "scopi" indicati nell'introduzione alla parte tecnica, oltre ai motociclisti professionisti si rivolge a tutti i motociclisti. Forse il vento sta cambiando anche nelle commissioni tecniche.
Non mi risulta comunque che a breve sarà pubblicata una norma parallela per motociclisti non professionali e quindi qualora una calzatura venisse definita come protettiva, dovrà essere certificata EN 13634:2010.
Veniamo ora alle differenze rispetto alla versione del 2002.
Altezza della calzatura. Il primo grosso cambiamento è che l'altezza massima "minima" della calzatura, fissata nella norma precedente a 160 mm per tutte le taglie. Con questa norma l'altezza della tomaia partirà da un minimo di 162 mm per le taglie inferiori alla 36 e arriverà ad un minimo di 192 mm per le taglie maggiori della 45. È una decisione senz'altro importante, che eviterà la certificazioni ambigue di scarpette minuscole, come ogni tanto accade.
Cuciture. La norma precedente già recava una indicazione sul fatto che le cuciture debbano essere rivolte "verso il tallone", in modo da evitare che vengano strappate in caso di scivolata. Tuttavia l'indicazione, benché esplicita, era molto "attorcigliata" e quindi poteva dare vita a cattive interpretazioni. Ora la norma definisce bene, mediante illustrazioni, le cuciture da controllare e il loro verso corretto.
Abrasione, taglio (perforazione) e rigidità trasversale. La norma prevede due livelli, come la versione precedente, tuttavia la principale novità è la "zonazione" dello stivale in due aree (A e B); nell'area B i due livelli hanno, ad esempio, gli stessi requisiti prima "generale" (rispettivamente 5 e 12 secondi). Nell'area A, meno esposta, i requisiti sono più bassi (1.5 e 2.5 secondi). Anche la rigidità trasversale ora ha dei requisiti a seconda del livello da raggiungere. È senz'altro importante la divisione più chiara in livelli, resta tuttavia l'interrogativo se la zonazione faccia effettivamente guadagnare in confort o faccia solamente perdere sicurezza e magari facilitare il raggiungimento del livello 2. Il tempo e i test dal vivo faranno chiarezza su questo aspetto.
Pittogramma. Sotto al pittogramma ci sarà scritta l'indicazione della norma (EN 13634:2010) e in orizzontale ("Level X X X") i livelli raggiunti in abrasione, perforazione e rigidità trasversale. Speriamo che questa maggiore chiarezza metta la parola fine sulla brutta abitudine di alcuni laboratori (in particolare uno italiano) di mettere sul lato destro del pittogramma dei numeri "a caso" il cui preciso significato poteva essere solo immaginato.
Inoltre sono stati riadattati alle norme generali recenti i requisiti riguardanti gli interni della calzatura e sono stati aggiornati altri parametri meno importanti (non comunque trascurabili, ma non riguardanti strettamente la sicurezza).
In linea di massima sono contento che la norma sia stata modernizzata e resa più chiara, anche se sono critico rispetto alla dicitura professionale e ho dei dubbi riguardo la zonazione.
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Commenti
4 comments postedGrazie Alax...ottimo
Interessante articolo... ottimo lavoro alax.
MI dispiadce che é stata persa un'occasione per rendere questa certificazione valida anche per gli usi non professionali..
Cmq l'aver aggiornato la norma é sicuramente un fatto positivo.
Staremo a vedere come risponderanno le aziende..
Come già ne parlavo con Alax al telefono (e comunque io so sempre i contenuti degli articoli, dato che li correggo ), il discorso di dividere lo stivale in zone non ci convince.
Equivale a poter omologare tranquillamente quegli stivali con la cordura... siamo un po' perplessi... Non vorrei che per facilitare il lavoro ai laboratori si inserissero degli elementi di debolezza nella struttura...
Mi sembra una misura fatta apposta per quegli stivali che magari sono già certificati in modo "dubbioso" che hanno grandi finestrature di tessuto...
Inutile dire che uno stivale "monolitico" forse è più scomodo e meno "areato", ma è più rassicurante. Vedremo come si comportano i costruttori. E quanti allegheranno i risultati di tutte le zone ecc.
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